Queridos amigos,
speriamo di trovarvi tutti in buona salute, rinvigoriti dalle feste Pasquali (mangiato l’agnello?).
La Pasqua a Namahaca è trascorsa in compagnia della nuova equipe che si sta costituendo, con i nuovi arrivati a portarci entusiasmo ed energie nuove! Le celebrazioni della settimana Santa sono state ben preparate e partecipate dalle 70 comunità della nostra parrocchia (perlomeno da quelle che siamo riusciti a visitare). Specialmente qui nella comunità di Namahaca abbiamo potuto godere di uno spettacolo teatrale per tutti e tre i giorni del triduo, abilmente architettato e messo in scena dai giovani. Lo spiazzo davanti alla chiesa è stato palcoscenico della passione di Cristo raccontata nei minimi dettagli e con elementi di inculturazione davvero interessanti e curiosi.. i costumi, le facce dipinte, il modo di riproporre quei passi così conosciuti visti con uno “sguardo makua” è stato davvero un bel modo di rivivere la passione (se riusciamo manderemo foto e video!).
Per quel che riguarda la nuova equipe, l’accompagnamento nelle attività e nel conoscere poco a poco la realtà assorbe molte energie; c’è tanta voglia di conoscere, di collaborare e di mettersi subito a lavorare insieme… i primi passi sono sicuramente positivi, siamo molto contenti di questo! La stagione delle piogge, dopo essersi fatta attendere a lungo (il che vorrà dire sicuramente carestia negli ultimi mesi dell’anno), è di colpo cessata con gli inizi di Aprile. I mesi di Febbraio e Marzo hanno registrato piogge copiose, soprattutto alcuni giorni di grande intensità con conseguenti danni a strade, ponti, case ecc… come sempre qui piove sul bagnato… ma Aprile è un po’ prestino per smettere in quanto alcune colture ancora hanno bisogno di acqua. Non c’è niente da fare, come dice quel proverbio, il tempo fa quello che vuole e qui c’è sempre più la sensazione di essere in balia degli eventi e che la sopravvivenza sia aggrappata al corso delle stagioni. La precarietà della vita costringe ad affidarsi ad altro o all’Altro, dipendendo dalle fedi, ma ciò non toglie nulla alla fatica del vivere per questa gente. Per noi sempre un grande esempio. Con la stagione delle piogge aumentano vertiginosamente i casi di malaria. Anche in questi ultimi giorni l’ospedale registrava il pienone. Nemmeno noi ne siamo usciti indenni, ma con i medicinali adeguati e un po’ di riposo ci siamo rimessi in sesto in pochi giorni.
Quanto alle nostre attività, vi aggiorniamo sulle novità. Il lar conta ad oggi 31 ragazze, 2 si sono aggiunte a metà del primo trimestre. Il grande impegno di essere mamà e papà è ripagato dall’energia che ci trasmettono! Il rapporto con loro è molto bello, a volte una sfida, soprattutto quando ci sono questioni culturali di mezzo. Noi non vogliamo togliere le ragazze dalla loro cultura, significherebbe farne delle disadattate sociali. Per questo, ad esempio, rispettiamo la richiesta delle famiglie di mandarle a casa per i “primi consigli” all’arrivo della prima mestruazione (molte sono proprio in quell’età): crediamo sia giusto rispettare il loro modo di introdurre la bambina alla vita adulta. Il rito di iniziazione vero e proprio, che viene realizzato qualche mese dopo, è la vera “porta d’accesso” al mondo dei grandi. Solo dopo l’iniziazione la ragazza può cominciare a partecipare agli eventi della famiglia, come funerali e riti di altre ragazze, e sposarsi (o meglio essere sposata). Sinceramente non è sempre facile, nelle piccole e grandi questioni che sorgono ogni giorno, riconoscere la linea di demarcazione tra il dovuto rispetto per la loro cultura e l’altrettanto necessario intervento educativo da parte nostra. Spesso ci si confronta tra di noi e con mamà Amida, altra presenza fondamentale al lar, per trovare una via buona. E comunque è evidente che il confronto con la nostra cultura ed il nostro stile comportino dei mutamenti nelle ragazze, con riflessi anche nelle loro famiglie. Forse un episodio merita di essere raccontato: una ragazza ha avuto un problema ad un dente, con forti dolori e grande gonfiore. L’abbiamo portata con urgenza in ospedale e ci hanno detto che il dente era da togliere perché sotto c’era un’infezione. Il dentista sta solo a Memba, serviva una trasferenza urgente perché era venerdì e sabato e domenica non si fa questo servizio. L’ambulanza era fuori sede. Così decidiamo di portarla noi a Memba quella stessa mattina. Arriviamo, il dentista subito fa anestesia (immaginate lo sbalordimento di Filomena nel sentirsi la bocca “morta”…!) e toglie il dente. Tutto bene. Torniamo, il gonfiore aumenta, com’è normale, le diamo antinfiammatorio e antibiotico, in due o tre giorni la guancia tornerà normale. Il papà arriva preoccupato e dice che tornerà il giorno seguente. Il giorno dopo arriva invece la mamma, molto adirata, dicendo che vuole portare via subito sua figlia, che là in casa sanno come curarla. Le diciamo che se la ragazza esce di qui, al lar non torna più, perché o c’è un legame di fiducia e ci affidano con serietà la figlia per curarla ed educarla oppure questa fiducia non c’è e per qualsiasi altro problema avrebbero continuato a crearci problemi… sapevamo che se fosse tornata a casa l’avrebbero portata subito dal curandeiro e così sarebbe risultato che la cura era grazie all’intervento di quello invece che della medicina. Ha deciso di lasciare la figlia al lar. Ci siamo presi un rischio, ma crediamo che l’educazione delle ragazze passa anche per un “confronto” con il modello culturale della famiglia. Dopo 3 giorni Filomena sorrideva felice con una finestrella in più!
In febbraio abbiamo ricevuto la visita ufficiale dell’aministradora, la nostra sindaca!, con tutto il suo seguito di direttori distrettuali, gli assessori per intenderci, regoli, segretari di partito, ecc. Grande onore per il nostro lar! L’incontro è andato bene: ha parlato alle ragazze da “ex-menina do lar”. Per il resto, continua l’opera di manutenzione dell’ing (che ormai potrebbe gloriarsi di molti altri titoli… idraulico, elettricista, falegname, meccanico, ecc.). Come abbiamo accennato più volte, qui le emergenze sono all’ordine del giorno e, considerato che non c’è sempre un “pronto intervento” da contattare, ci si improvvisa “esperti” e si deve mettere le mani un po’ dappertutto! Una cosa è certa: certi lussi, come acqua corrente in casa ed energia elettrica, qui nel mato, costano cari! Nel frattempo abbiamo avviato da alcuni mesi dei piccoli progetti di “promozione umana”, si tratta ancora di esperienze-embrione ma contiamo di continuare, dati i risultati finora positivi. Il primo è un progetto di sostegno a bambini denutriti: molti si trovano in questo stato perché la mamma non ha latte a sufficienza o perché è morta. Per ora si tratta della semplice consegna di latte in polvere (il cui costo per le famiglie è assolutamente insostenibile). Ad oggi 36 bambini stanno usufruendo. Ma, sull’esempio di altre missioni, stiamo già pensando come far crescere il progetto, data l’enorme necessità, creando un piccolo centro nutrizionale: oltre alla consegna del latte in polvere, vorremmo cominciare la preparazione di multimistura (una polvere composta da foglie di mandioca, gusci d’uovo, noccioline tostate, bucce di banane – tutti prodotti facilmente reperibili e carichi di vitamine, ferro, calcio, potassio – il tutto essicato e polverizzato) da aggiungere alle prime pappette. Le suore brasiliane sono entusiaste dell’idea, data la loro esperienza nella “pastoral da criança” in Brasile, e ci stiamo organizzando per cominciare, pensando anche ad una formazione alle mamme per la preparazione in casa delle “pappette migliorate” e in materia di igiene. Continueremo comunque in stretto contatto con il centro di salute locale, che ci segnala ed invia i casi di grave malnutrizione e dove le mamme passano ogni 15 giorni circa per pesare i bambini prima di ricevere un’altra latta. È una vera gioia seguire i progressi di questi bimbi, che arrivano come scheletrini e nel giro di qualche mese diventano ben “gordinhos”, belli ciccetti. In realtà, non sempre i risultati sono così positivi, qualcuno non ce l’ha fatta, qualcuno non prende peso nonostante il latte, a volte ci rimane addosso solo una forte sensazione di inutilità.
Un altro progetto avviato, con qualche esperienza tentata anche prima del nostro arrivo, ma che ancora non ha preso una forma definitiva, è il microcredito. Si tratta di piccoli prestiti a persone (più o meno conosciute) per il sostegno ad alcune attività, soprattutto agricole, ma anche per l’avvio di un piccolo commercio di pesce secco o produzione di pane. Il prestito dura un anno, al termine del quale la persona deve restituire il denaro con un piccolo interesse per poter accedere ad un secondo prestito un po’ più consistente e così di seguito. Il nostro obiettivo non è solo che l’attività funzioni e il denaro imprestato rientri, ma anche che tutta la famiglia tragga beneficio, per questo poniamo alcune condizioni, come l’ottenere i documenti per tutti i membri della famiglia (figli compresi), il mandare tutti i bambini a scuola, il migliorare le condizioni della casa, ecc. Il problema della restituzione del prestito c’è: con i bianchi non si fanno grandi problemi, perché, primo, comunque i bianchi di soldi ne hanno tanti e, secondo, i bianchi non credono e non fanno feitiço a nessuno! In generale, il problema della gestione del denaro è molto presente: abituati ad avere le tasche vuote o quasi, diventa difficile per loro gestire una certa somma e spesso viene utilizzata per altri fini (esigenze della famiglia allargata, funerali, malattie, quando non è vino o altri alcolici). Comunque, abbiamo già alcuni casi di successo, in cui la restituzione è stata completa ed entro i termini e la famiglia ha potuto godere di qualche miglioramento! Altre idee ci balenano per la testa, ma diamo tempo al tempo! Come vedete, qui non ci si annoia! Ci scusiamo per la mancanza di comunicazione, anche via sms, ma i problemi della rete continuano e, ci pare, peggiorano… A Pasqua non siamo riusciti a inviare (e ricevere) la maggior parte dei messaggi di auguri, la rete sarà stata sovraccarica, forse il moltiplicarsi delle connessioni, rimanendo la rete sempre la stessa, sta rallentando il tutto. Scusateci, ma voi non smettete di farci sentire che ci siete.
Molti di voi già lo sapranno, per luglio aspettiamo alcune graditissime visite di fratelli, Umbe e Franco, cognate, Mary, e amici carissimi, Francy e Stefano…. Credeteci, siamo felicisssssssimi del loro arrivo!! Con loro cercheremo di farvi arrivare foto e video, anche voi se volete scrivere o inviare qualcosa approfittate dei “postini”.
Vi abbracciamo Emi e Lu
guardando le foto non sono messi malissimo,da 4 anni vado e vengo dal senegal,e devo dire che qui e’molto peggio,oltre ad essere senza acqua hanno un terreno al 90 x cento sabbioso,buon lavoro corrado di verona.