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Archive for gennaio 2011

La Parola che ci richiama l’arrivo di un nuovo avvento, l’inizio di una nuova camminata nell’attesa della Venuta è “Vigilate!”, cioè state attenti, non dormite, perchè arriverà il momento in cui “di due che stanno lavorando nel campo, uno sarà preso e l’altro lasciato; di due donne che stanno macinando farina, una sarà presa e l’altra lasciata”. Sono parole forti, decise, dure, che non lasciano spazi a interpretazioni o sofismi.

“Uno preso, l’altro lasciato”. Sembra la stessa logica dura, implacabile, con cui ora un terribile virus “sceglie” le persone qui nel mato mozambicano: il colera. In una casa prende la moglie e lascia il marito, in un’altra prende la madre e lascia il figlio, in un’altra ancora di due fratellini uno lo prende, l’altro lo lascia. È quello cui stiamo assistendo noi in questo mese di novembre, mese di siccità, qui a Namahaca e dintorni. Il virus si rifà vivo e terribilmente virulento in questo periodo in cui di acqua ne è rimasta poca nei letti dei fiumi e nei pozzi scavati a mano pochi metri sotto terra. Le persone bevono di quell’acqua che dovrebbe dissetare e ne ricevono morte.

Come nella casa di mamã Fatima, nostra vicina di casa. Entrato silenziosamente, chissà magari proprio durante i giochi dei bimbi nell’acqua, là nella piccola diga del fiume Napupa, ormai poco più che una pozzanghera sporca, il colera si è preso il piccolo Mariano, un anno e mezzo, e ha lasciato Omiri, 3 anni, arrivato sull’orlo della morte e salvo per miracolo.

È una “logica” terribile, anche per noi che assistiamo protetti dalla nostra “barriera igienico-sanitaria”, ma per la gente è addirittura spaventosa. E così cominciano a girare varie dicerie nel povo e si comincia ad accusare gli infermieri, le ONG straniere, il governo di diffondere il virus lanciando fantomatiche pillole nelle acque di fiumi e pozzi naturali. Noi cerchiamo di spiegare che nessuno fa di queste cose, che gli infermieri (magari un po’ “pigri” nel loro lavoro) non vogliono fare loro del male, che ONG, governo, nessuno ha interesse a diffondere questo virus (anche perchè l’unica cura possibile è la flebo, nessun costoso medicinale – su cui fare eventuali speculazioni – salva dal colera). Ma la paura… la paura deve essere esorcizzata in qualche modo, si deve trovare un colpevole, un capro espiatorio che liberi dalle proprie responsabilità, che permetta di scaricare queste morti sulla coscienza di qualcun altro. (altro…)

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