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Archive for dicembre 2009

Le foto dalla Missione

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Bom dia, Italia!!! tudo bem??

Eccoci qua per raccontarvi il nostro primo mese in questo splendido angolo di mondo che risponde al nome di Namahaca, diocesi di Nacala, distretto di Memba, provincia di Nampula, stato Mozambico, continente Africa!!! Dunque, eccoci QUA…! Forse solo in questi giorni cominciamo a renderci conto di dove siamo… dopo alcuni mesi passati a girovagare, prima il corso di portoghese a Lisbona, poi il corso CUM a San Massimo e da ultimo qualche notte nella nostra casetta di Santa Lucia, ora ci troviamo finalmente in terra d’Africa! Rendersi conto veramente di dove si trova il nostro corpo non è questione né immediata né scontata… forse solo ora, a distanza di un mese dall’arrivo, percepiamo che i nostri piedi sono poggiati su una terra nuova…. la rossa terra africana!

Dopo un viaggio durato 48 ore, siamo arrivati a Namahaca accolti da una pioggia tropicale….. che bel benvenuto, direte voi….. proprio un bel benvenuto invece!!! Qui la pioggia è sempre una benedizione di Dio… pertanto il nostro arrivo è coinciso con questa “benção de Deus”! ed ora pare che la stagione delle pioggie sia cominciata davvero… da due giorni ha cominciato a piovere e non ha smesso un attimo!

Qui siamo sistemati molto bene… l’equipe missionaria ci ha accolto con grande affetto e le nostre suorine hanno cominciato a viziarci fin dall’inizio con dolci e marmellate!

Con i padri abbiamo cominciato a conoscere le altre missioni qui nei dintorni: Memba-Cavà, dove al momento è presente Padre Ottavio, sardo, e che a breve sarà presa in carico dalla nostra diocesi; Mueria, dove esiste un “Lar” come qui da noi, cioè uno studentato femminile, gestito da altre suore, con le quali sarà bello collaborare e creare scambi di esperienze; e Chipene, dove lavora Padre Davide De Guidi, che alcuni di voi conoscono, e che abbiamo visitato domenica scorsa per i festeggiamenti dei 50 anni della missione. Abbiamo cominciato anche a girare per le 70 comunità della nostra parrocchia e a conoscere le persone… l’approccio con la gente non è immediato (alcuni bambini ancora piangono se ci avviciniamo troppo… attenti che arriva l’uomo bianco!?), anche perché molti, soprattutto donne e bambini, parlano solo la lingua locale, il makua, e non è semplice capirsi. Con qualcuno più abituato alla presenza dei bianchi e a parlare portoghese si entra in dialogo, ma richiederà – giustamente – molto tempo il poter avere un rapporto più libero. Qui, come ci insegnano i missionari che vivono qui da tanto tempo, il tempo è una dimensione diversa da quella cui siamo abituati nel nostro mondo occidentale… non c’è fretta per nulla, non c’è fretta di conoscersi, non c’è fretta di darsi confidenza… è come la volpe con il Piccolo Principe: l’”addomesticarsi”, cioè il rendersi “domestici”, persone di casa, richiede un rituale preciso ed un tempo lungo, fatto di parole e silenzio, di lontananza e avvicinamento, di paure e affidamento… non si improvvisa un’amicizia e non si improvvisa una lealtà. Probabilmente questa difficoltà nelle relazioni è la mancanza che avvertiamo di più al momento, ma… diamo tempo al tempo!

Pian piano ci stiamo inserendo nelle attività… Lucia comincia ad affiancare Suor Franca nella gestione del “Lar feminino” dove sono ospiti una trentina di ragazze provenienti dai villaggi più lontani che frequentano sesta e settima classe (la nostra prima e seconda media, per intendersi) nella scuola pubblica qui di Namahaca. Ora siamo in tempo di ferie perché le scuole riaprono a fine gennaio e così c’è tempo di capire come funzionano un po’ le cose e di fare alcuni lavori più urgenti, affidati all’ing. Composta e ad un gruppetto di lavoratori locali che si sta mettendo insieme (sistemazione dei buchi nel tetto e guerra al “mochel”… le termiti che fanno quelle torri di terra che si vedono ovunque qui in Africa… purtroppo la regina ha fatto il suo nido proprio sotto la camerata delle ragazze di settima classe e nel giro di una notte salgono dalle fessure nel pavimento e nelle pareti mucchi di terra anche di 40-50 cm… incredibile!). Oltre a questo, Emiliano si sta dedicando alla progettazione di altri lavori: per ora, la sistemazione dell’ala ovest della casa dei padri che sarà dedicata all’accoglienza delle visite; e in futuro, il centro parrocchiale e la chiesa. Insomma, il lavoro non manca!

Quanto alla nostra casetta, Casa Seppi, è veramente bella e accogliente… un po’ calda durante il giorno ma anche qui abbiamo messo in moto le competenze dell’ing. e abbiamo già un progettino per rinfrescarla! Nel nostro giardino raccogliamo ogni giorno frutta fresca… papaie, manga e, se cresce ancora un po’ la bananeira, tra poco anche banane!

A darci il benvenuto nella nostra casetta ci ha pensato Karamu…. il nostro cane!!!! Ebbene sì, siamo felicemente padroni di una cagnetta di circa un anno che porta un nome importante… “karamu” significa “leone” in makua (pensando al nome che porta a vederla fa un po’ ridere…!!). La nostra autorità su di lei è pari a zero… abituata per quasi un anno a scorrazzare liberamente per il giardino noite e dia, ora ogni mattina per farla rientrare nella sua cuccia ci vuole almeno un quarto d’ora!

Ecco qui in poche parole il nostro nuovo mondo… in cui cerchiamo di entrare in punta di piedi e con tanta attenzione, timorosi di rompere equilibri, certi di fare errori, ma convinti anche che la “troca”, cioè lo scambio tra le persone, se vissuta nel rispetto reciproco, è sempre e comunque positiva!

Con questo vi salutiamo e ci scusiamo se non riusciamo a farci sentire più spesso ma qui le comunicazioni sono abbastanza difficoltose… internet è accessibile solo dalla città (e neanche sempre… l’ultima volta che siamo passati dall’internet point di Nacala abbiamo fatto prestissimo… “Não há rede”… non c’è rete… entrati e usciti!) e telefonare è molto difficile qui da Namahaca… ma gli sms arrivano e partono! Per ogni comunicazione mandateci pure sms…. Prima o poi rispondiamo!

Un abbraccio formato Africa

Lucia e Emiliano

PS: mandiamo in allegato il testo di una lettera firmata dai consigli pastorali della nostra e di altre parrocchie che denuncia lo stato in cui si trova la scuola qui in mozambico…. Purtroppo il livello scoalstico è molto basso e così è minata fin dalla base la possibilità per questo grande paese di sviluppare le proprie energie e sognare un futuro migliore!

L’impegno per la formazione delle nuove generazioni è davvero il primo obiettivo!

LA SCUOLA: A COSA SERVE?
Per chi viaggia da Nampula a Nacala, lungo la strada nazionale, ma anche all’interno, resterà ammirato vedendo scuole in muratura, nuove, di modelli differenti, costruite da varie ONG. Altri edifici sono ancora in costruzione. È bello. Oggi la maggior parte dei nostri figli hanno accesso a una scuola dignitosa, sebbene ve ne siano ancora molti che percorrono lunghe distanze per arrivarci. I genitori che desiderano un futuro migliore per i loro figli ora non hanno alcun motivo per tenerli in casa, anche le bambine. La scuola è gratuita: dalla 1° alla 7° classe non pagano nessuna tassa di iscrizione; i libri sono distribuiti a tutti gli alunni. I genitori devono solo fare il piccolo sforzo di comprare quaderni e penne, oltre all’uniforme.

Ma… le classi sono eccessivamente numerose: 50 bambini come minimo nella scuola primaria (nella secondaria si arriva anche a 80-100 ragazzi). Lo sanno tutti. I professori sono stati abituati, in mancanza di libri, a scrivere alla lavagna appunti o a dettarli. E continuano con questo metodo, invece di insegnare a utilizzare e valorizzare i manuali che contengono belle immagini, disegni, fotografie e hanno una buona grafica. A partire dal manuale l’alunno potrebbe copiare e imparare a scrivere correttamente.

In questi ultimi tempi si parla molto di abusi sessuali sui bambini, ma c’è un altro abuso da parte dei docenti: sono durissimi con gli alunni che arrivano in ritardo a scuola (in casa nessuno ha l’orologio). Ma che dire dei loro ritardi? E le loro mancanze non si contano; come si giustificano davanti agli alunni? E degli intervalli che passano a chiacchierare con i loro colleghi? “Eh vabbè, tanto sono bambini!”
Come è possibile che gli alunni avanzino nell’apprendimento? In questa maniera sono sempre più numerosi gli alunni che terminano la 5° classe e non sanno leggere. Non è una bugia! Quest’anno, in una Scuola Professionale, due ragazze iscritte al 1° anno sono state rimandate a casa perché non sapevano leggere e scrivere. Come hanno potuto passare dalla 5° alla 6° classe? E dalla 7° alla 8° classe? Sono state ingannate dal nuovo sistema educativo che ha introdotto il ‘passaggio automatico’ degli studenti. Alla fine dell’anno scolastico i professori devono presentare una percentuale ottimale (vicina al 100% o esattamente 100%), non importa se non corrisponde a verità. Vediamo anche che, nei professori, si è abbassato notevolmente il livello di impegno nell’insegnamento per il fatto che ‘tutti devono passare’. In questo modo, quale sarà il futuro del Mozambico? Il Paese vuole mostrare una faccia che non é la sua!

L’anno scorso nello studentato della missione di Carapira non sono state accettate quattro ragazze provenienti dalla 5° classe. Il motivo? Non sapevano leggere e scrivere, non riconoscevano le lettere dell’alfabeto, non sapevano far di conto. Quest’anno si trovavano là altre sette ragazze nelle stesse condizioni: la direzione della scuola le ha ricollocate in 5°, ma non è una buona soluzione: perché si sentono umiliate, c’è chi si prende gioco di loro. Sono state ingannate anche loro quando le hanno promosse alla 6° classe. Dopo due mesi di sforzi e di accompagnamento, tre di loro riuscivano già a leggere e scrivere qualcosa. Non sono ritardate mentali; avevano bisogno di più dedicazione e di una metodologia appropriata… hanno perso cinque anni preziosi.

A cosa serve avere begli edifici, se non ci si prende cura delle persone, anche se sono bambini? Anzi, proprio per il fatto di essere bambini essi hanno il diritto di ricevere un insegnamento di qualità che li ponga in condizione di sapere leggere, scrivere, far di conto…
RIFLESSIONE
Un papà chiedeva al professore perchè sua figlia, che è in quarta, non sa leggere, la risposta fu: “Lasci stare, con il nuovo curriculum la bambina sarà promossa!” Ma, la scuola non è fatta per insegnare a leggere, scrivere, far di conto? Sarà proprio vero che quello che sta accadendo oggi nell’insegnamento è colpa del nuovo curriculum? in cosa consiste questo Nuovo Curriculum?

IL NUOVO CURRICULUM
Il “Nuovo Curriculum dell’Insegnamento di base” è stato introdotto nel 2004. La sua “principale sfida è rendere l’insegnamento più rilevante, nel senso di formare cittadini capaci di contribuire a migliorare la loro vita, la vita della loro famiglia, della loro comunità e del loro paese. In questo senso, il ragazzo diplomato, all’esito di questo curriculum, dovrà essere creativo e capace di farsi domande sulla realtà, in modo da intervenire in essa, in beneficio proprio e della propria comunità” (Introduzione).

PROMOZIONE PER CICLI DI APPRENDIMENTO
Esistono Cicli di apprendimento: nel 1° grado due cicli e nel 2° grado un ciclo (6° e 7° classe). Nel Nuovo Curriculum si parla di Promozione per cicli di apprendimento:
“Sul presupposto che lo sviluppo cognitivo non é uniforme per tutti i bambini e dipende da vari fattori, ad ogni ciclo di apprendimento corrisponde il tempo che si ritiene necessario per raggiungere un certo livello nel processo di insegnamento-apprendimento. Così la promozione avverrà da un ciclo all’altro quando gli alunni avranno raggiunto gli obiettivi minimi, il che renderà loro possibile la progressione al livello successivo. All’interno del ciclo il passaggio è automatico, il che implica una maggior responsabilizzazione del professore nell’accompagnamento di ciascun alunno, nell’identificazione e nel recupero per tempo degli alunni con problemi di apprendimento”.


* Il principio del passaggio automatico non è valido, poiché è irreale; di fatto la maggioranza degli alunni non raggiunge ‘gli obiettivi minimi’, non ottiene il minimo indispensabile per passare alla classe successiva; solo pochi riescono, i più intelligenti.
* I professori sanno che cosa significa ‘maggior responsabilizzazione nell’accompagnamento di ciascun alunno’? Concretamente cosa stanno facendo? E come giustificano le loro numerose mancanze? È comodo dare tutta la colpa al Nuovo Curriculum se gli alunni non sanno.
Ma, inoltre, dobbiamo essere sinceri, come è possibile che un professore riesca ad accompagnare alunni con difficoltà di
apprendimento quando le classi hanno 50 e più alunni?


PROGRESSIONE SEMI-AUTOMATICA
“Se partiamo dal principio che tutti i bambini, quando sono soggetti ad un processo di apprendimento, imparano, allora non si giustifica il fatto che la bocciatura continui ad avere un grande peso nel sistema di insegnamento. Un buon professore è colui che si preoccupa di accertare e di migliorare i ritmi di apprendimento di ciascuno dei suoi alunni, di modo che la classe cammini ad un passo, grosso modo, uniforme quanto a conoscenze”.


* Non pare tanto automatico l’apprendimento, considerando il fatto che molti bambini hanno vissuto periodi di malnutrizione, hanno sofferto malaria e anemia, hanno padri ubriachi, etc., tutte circostanze che hanno causato loro problemi psicologici e che ritardano o impediscono un normale apprendimento.
“…Si richiede che la valutazione, nell’Insegnamento di base, abbia fondamentalmente un carattere formativo. Formativo perché serve a identificare le debolezze di ciascun alunno in modo da guidare l’azione del professore al fine di sanare le debolezze identificate. La strategia di apprendimento nell’Insegnamento di base deve essere centrata sull’alunno. In questo modo, all’interno dello stesso Ciclo di Apprendimento l’alunno passa normalmente da una classe all’altra. Alla fine di ogni ciclo (in 2°, 5° e 7° classe) l’alunno sostiene una prova finale o esame”.

* Non é vero che “l’apprendimento deve essere centrato sull’alunno”, dal momento che sono solo i numeri che contano. Un professore che non presenta un’ottima percentuale, é interrogato dai suoi superiori. Pertanto se l’alunno non sa interessa poco.

* Inoltre, i professori, oltre a dare la colpa al Nuovo Curriculum, danno la colpa ai genitori, perché essi non seguono i propri figli… Ma se la maggioranza di essi sono ancora analfabeti o quasi, come si può pretendere l’accompagnamento dei figli? Un tempo, anche se i genitori erano analfabeti, i figli che frequentavano la scuola imparavano a leggere e a scrivere con un buona scrittura, imparavano a fare le quattro operazioni…

CHE COSA POSSIAMO FARE?
Noi vogliamo che i nostri figli e figlie imparino realmente a leggere, a scrivere e a far di conto. A chi possiamo ricorrere? Chi potrà ascoltare la nostra preoccupazione?
Noi, i genitori, abbiamo il diritto e il dovere di educare i nostri figli; i professori (la scuola) sono nostri collaboratori in questo compito di formazione: a loro spetta insegnare a leggere, scrivere, far di conto, aprire la mente, risvegliare il desiderio di conoscere, per conoscere sempre di più; in poche parole “formare cittadini capaci di contribuire a migliorare la loro vita, la vita della loro famiglia, della loro comunità e del loro paese” come dice esattamente il Nuovo Curriculum.
Chiediamo allo Stato che concretizzi questi obiettivi, poiché finora non li abbiamo visti realizzati.


E… LA PREOCCUPAZIONE DI SEMPRE
Noi, i genitori, abbiamo la grande preoccupazione di sempre: quella di vedere le nostre figlie tornare a casa incinte, vittime delle aggressioni sessuali da parte di alcuni professori. Lo Stato ha già previsto sanzioni disciplinari, con le leggi del 2003, per i professori coinvolti in abusi sessuali su minori, così come per i professori ubriachi. Chiediamo alle autorità che tali leggi siano applicate con rigore in tutte le situazioni che prevedono. Forse tali misure non sono applicate per la scarsezza di personale nell’educazione? Nel frattempo molte ragazze vedono annullate le proprie speranze di un futuro migliore, legato agli studi, per sé e per la propria famiglia, così come le speranze di un qualunque tipo di lavoro, oltre che della propria valorizzazione personale.
E che dire dei bambini che nasceranno ‘senza un padre
‘? E che dire delle ragazze che muoiono a causa di aborti provocati? Quello che volevano era studiare… e quel professore ha distrutto questo sogno.
E che dire della vanificazione del grande sforzo economico fatto dai genitori per pagare gli studi alle figlie?
Chiediamo allo Stato che ci faccia giustizia, che applichi le leggi, e soprattutto che protegga i nostri figli.

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